I principali campionati stanno discutendo una chiusura anticipata del calciomercato al 15 agosto dal 2025.
Negli ultimi giorni, un’indiscrezione proveniente dall’Inghilterra ha messo in agitazione il mondo del calcio europeo. Il Times ha riportato che le principali leghe europee, tra cui la Premier League, stanno discutendo la possibilità di chiudere la finestra del calciomercato estivo il 15 agosto, a partire dalla stagione 2025-2026. L’obiettivo è evitare che le squadre inizino i campionati con il mercato ancora aperto, una situazione che può destabilizzare le rose e creare incertezze tattiche e organizzative.
La proposta, già in fase avanzata di negoziazione, vede coinvolte tutte le principali leghe europee: Serie A, Liga, Bundesliga e Ligue 1. Questi campionati sembrano pronti a seguire l’esempio della Premier League, che si sta facendo portavoce della necessità di uniformare le date di chiusura del calciomercato. Secondo quanto riportato, l’Esecutivo dell’ECA (European Club Association) avrebbe già espresso parere favorevole.
Calciomercato: benefici della chiusura anticipata
Uno dei principali vantaggi di questa proposta riguarda la stabilità delle squadre. Attualmente, molte competizioni iniziano quando la sessione di mercato è ancora aperta, il che consente ai club di acquistare o cedere giocatori durante le prime partite della stagione. Questo può creare squilibri, soprattutto per le squadre che vedono i propri calciatori chiave partire dopo l’inizio del campionato. Con una chiusura anticipata, tutti i club partirebbero alla pari, con le rose già definite e pronte per affrontare le competizioni in modo equilibrato.
Inoltre, la chiusura al 15 agosto permetterebbe una migliore pianificazione finanziaria per i club, poiché i bilanci sarebbero stabilizzati prima dell’inizio delle partite ufficiali. Le squadre eviterebbero così di trovarsi impreparate o costrette a comprare giocatori all’ultimo minuto, spesso a costi elevati.
Le incognite del mercato arabo
Nonostante l’ottimismo delle federazioni europee, restano ancora alcuni punti interrogativi da risolvere. Tra questi, la posizione del calcio arabo. Paesi come l’Arabia Saudita e il Qatar, che stanno investendo ingenti risorse per sviluppare i loro campionati, al momento non sembrano parte dell’accordo. La loro esclusione potrebbe creare disparità, soprattutto se le loro finestre di mercato restassero aperte più a lungo, permettendo acquisti dopo la chiusura dei campionati europei.